Verifica fiscale: come prepararsi prima dell’accesso

Verifica fiscale: come prepararsi prima dell’accesso


Nel corso della vita aziendale, può capitare che un’impresa si trovi ad affrontare una verifica fiscale. È un momento delicato che impatta operatività, reputazione ed equilibrio economico: la visita dei funzionari dell’Amministrazione finanziaria segna l’inizio di un procedimento di accertamento che, se non gestito con metodo fin dall’inizio, può degenerare in contestazioni formali e, nei casi più complessi, in contestazioni sostanziali e contenzioso tributario.
Questa guida—taglio pratico—spiega cosa fare prima e durante l’accesso, come usare al meglio la fase del PVC e del contraddittorio preventivo, e quando scegliere fra ravvedimento, adesione o conciliazione.
Obiettivo: trasformare un momento potenzialmente negativo in un’occasione per rafforzare controlli interni, tracciabilità e compliance.

Perché serve una preparazione “prima” dell’accesso

Una verifica non è (solo) un evento: è un processo con fasi, attori e regole. Affrontare una verifica con un protocollo predefinito, ruoli chiari, documenti pronti e una strategia di comunicazione riduce errori, tempi e rischi. Il principio guida è: collaborare sì, ma in modo consapevole e tracciato.

1) Collaborare, ma con consapevolezza

Un atteggiamento collaborativo è sempre consigliabile, ma deve essere guidato da attenzione e misura: anche la collaborazione è parte della strategia difensiva.

  • Evitare dichiarazioni estemporanee o confidenziali. Ogni informazione può confluire nei verbali e sostenere l’accertamento.
  • Rispondere per iscritto quando possibile; se si risponde a voce, chiedere che la domanda sia verbalizzata.
  • se una domanda appare complessa o tesa a inquadrare strategie aziendali o modalità di contabilizzazione, valorizzazione ecc. chiedere che la domanda venga posta a verbale e riservarsi di rispondere nei termini di legge
  • Tenere sempre presente chi parla e a che titolo (legale rappresentante, delegato, consulente).
  • Se una richiesta appare generica o sproporzionata, chiarire oggetto e finalità prima di consegnare.

Idea chiave: essere disponibili non deve mai diventare esporsi troppo.

2) Chiedere trasparenza fin dal primo momento

Il contribuente ha diritto di conoscere identità e ruolo dei funzionari, ufficio di appartenenza e motivazioni dell’accesso. È buona prassi richiedere copia (o estremi) dell’ordine di servizio e annotare i riferimenti dei verificatori.
La trasparenza dell’azione amministrativa è una tutela concreta: non è ostruzionismo, è la base di una difesa ordinata. Comunica fin da subito che l’impresa è collaborativa ma anche professionale.

Da fare subito

  • Identificare un referente interno (es. CFO/Tax Manager) che interloquisce con i verificatori.
  • Segnalare la presenza o disponibilità del legale o del consulente.
  • Se la verifica deve essere condotta in azienda, predisporre una stanza dedicata al team di verifica, con accesso a connessione e prese, evitando che (successivamente alla fase dell’accesso iniziale i verificatori) girino liberamente e immotivatamente fra reparti sensibili.

3) Verificare la legittimità delle modalità operative

La sede aziendale non è un luogo di indagine indiscriminata. In linea generale:

  • L’accesso si svolge durante l’orario ordinario e con la minore turbativa possibile.
  • Per locali adibiti anche ad abitazione servono autorizzazioni specifiche.
  • Perquisizioni o acquisizioni coatte di documenti richiedono presupposti e formalità stringenti.
  • Il contribuente può sempre farsi assistere da un professionista e chiedere tempo congruo per reperire documenti.

Suggerimenti operativi

  • Se la richiesta è vasta, chiedere di segmentare per priorità e tempi.
  • Consegnare copie con protocollazione (inventario, data/ora, chi consegna/ritira).
  • Evitare consegne “aperte” di dispositivi (PC/chiavette) senza verbale di acquisizione e limitazione dell’oggetto.

4) Coinvolgere tempestivamente un legale esperto in diritto tributario

Normalmente Commercialisti e consulenti gestiscono la fiscalità ordinaria; quando si apre un accertamento con possibili esiti contenziosi, la materia diventa tecnico‑giuridica.
Affiancare un avvocato tributarista o un esperto in difesa tributaria consente di:

  • (3) valutare la tenuta giuridica dei rilievi;
  • (2) gestire correttamente le interlocuzioni con l’Ufficio;
  • (4) impostare osservazioni e istanze (accesso atti, contraddittorio, adesione);
  • (1) prevenire vizi procedurali (o farli valere a tempo debito).

Non è “sostituire” il consulente abituale: è rafforzare il presidio tecnico in una fase ad alto rischio.

5) Formalizzare tutto: verbali, osservazioni, riserve

La verifica fiscale è un procedimento documentale. Ogni rilievo, consegna, richiesta o osservazione deve essere messa per iscritto.

  • Leggere i verbali con calma prima di firmare; formulare riserve ove necessario.
  • Mantenere un registro interno delle richieste, con scadenze e responsabili.
  • Predisporre lettere di trasmissione con elenco allegati e riferimenti.

Quadro normativo & prassi (sintesi operativa)

  • Statuto del contribuente (L. 212/2000): principi generali; diritti e garanzie in caso di accessi/ispezioni (art. 12), cooperazione e buona fede; contraddittorio endoprocedimentale (art. 6‑bis).
  • DPR 633/1972 (IVA), art. 52: accessi/ispezioni/verifiche; limiti e autorizzazioni per locali adibiti anche ad abitazione; poteri e formalità.
  • DPR 600/1973, art. 33: rinvio all’art. 52 IVA per accessi/verifiche ai fini delle imposte dirette.
  • D.Lgs. 218/1997: istituti deflattivi (adesione, acquiescenza, conciliazione); art. 5‑quater (adesione ai contenuti del PVC).
  • Processo tributario (D.Lgs. 546/1992): conciliazione in giudizio; poteri del giudice e omologa.
  • Prassi: comunicazioni di schema di atto, termini per osservazioni/istanze, gestione dei fascicoli e accesso agli atti.

Le norme vanno lette congiuntamente alla giurisprudenza e alle circolari applicative; le scelte vanno calibrate sul caso concreto.

Approfondimenti chiave

PVC, schema d’atto e avviso di accertamento

  • il processo verbale di verifica è una sorta di “diario delle operazioni” eseguite durante tutto l’arco della verifica: dall’accesso alla notifica del PVC
  • Il processo verbale di constatazione (PVC) chiude la fase istruttoria: raccoglie rilievi e fatti. Contiene le contestazioni, ma non è un atto impositivo (non quantifica imposte e sanzioni)
  • Schema d’atto: è la “bozza” dell’atto impositivo che l’Agenzia delle Entrate deve notificare al contribuente prima di emettere l’avviso di accertamento vero e proprio. Entro 30 giorni dalla notifica il contribuente può chiedere di fare un accertamento con adesione oppure entro 60 giorni può fare l’accesso agli atti e depositare osservazioni. Se deposita osservazioni l’Ufficio deve contraddire puntualmente alle stesse, pena annullabilità dell’accertamento.
  • L’avviso di accertamento è l’atto impositivo con quantificazione di imposte, sanzioni e interessi. Se non viene impugnato entro 60 giorni diventa titolo esecutivo..
  • Il tempo tra PVC e accertamento è strategico: serve per contraddire i rilievi, fornire prove o valutare strumenti deflattivi per ridurre l’impatto dell’accertamento.


Il contraddittorio preventivo (art. 6‑bis) in pratica

Negli atti oggi coperti da contraddittorio endoprocedimentale, l’Ufficio invia uno schema di atto e concede almeno 60 giorni per controdeduzioni e istanze (es. adesione).
Cosa fare:

  1. Richiedere l’accesso agli atti (se utile);
  2. Preparare osservazioni difensive con eventuali allegati o richieste istruttorie;
  3. Valutare se e quando attivare un percorso deflattivo.


Alternative al contenzioso: quando e come usarle

  • Ravvedimento operoso: se la violazione non può essere contrastata utilmente, conviene intervenire prima dell’atto, ravvedendo la dichiarazione e pagando imposta+interessi con sanzioni ridotte secondo tempi e casistica.
  • Adesione ai contenuti del PVC (nuovo art. 5‑quater): consente, in presenza dei presupposti e in forma integrale, una definizione accelerata con riduzione sanzioni ad ⅙ del minimo.
  • Accertamento con adesione (ordinario): definizione bilaterale con riduzione delle sanzioni ad 1/3 rispetto al minimo edittale; pagamento anche rateale.
  • Conciliazione giudiziale: in corso di processo, chiude il contenzioso con sanzioni ridotte al 40% (in primo grado) o al 50% (secondo grado).


Difesa intelligente
≠ resistenza ad oltranza: valutare costi/benefici, probabilità di esito e impatto sul cash‑flow.

Protocollo “Giorno 0” — Cosa fare all’arrivo dei verificatori

1) Accoglienza e identificazione

  • Accogliere i funzionari in reception e avvisare il referente interno.
  • Richiedere documenti di riconoscimento, estremi ordine di servizio e ufficio di appartenenza.
  • Annotare nominativi, orario di ingresso, motivi dell’accesso.

2) Il perimetro e la logistica

  • Accompagnare i verificatori in una stanza dedicata.
  • Limitare gli spostamenti in reparti sensibili; ogni movimentazione deve essere accompagnata. Presenziare – anche attraverso personale dipendente appositamente delegato e istruito – tutte le operazioni in tutti i locali
  • Attivare il registro richieste (chi chiede cosa, scadenza, stato).

3) La comunicazione interna

  • Informare il management e i reparti interessati (senza allarmismi).
  • Centralizzare le risposte: nessuna comunicazione non autorizzata.
  • Informare i consulenti e individuare e far intervenire il legale (o difensore tributario) e concordare le prime mosse.

4) Raccolta documenti

  • Predisporre copie dei registri e dei documenti richiesti; evitare originali senza verbale di acquisizione.
  • Numerare gli allegati; usare copie forensi per dati digitali sensibili (log, export ERP).
  • Tenere traccia di cosa esce e a che titolo.

5) Verbale del giorno

  • Leggere attentamente; inserire osservazioni su fatti equivoci;
  • Se necessario, apporre riserve (es. documento non disponibile oggi, in consegna entro X giorni).
  • Firmare con qualifica e data certa.


Checklist pratica — Prima, durante e dopo

A) Preparazione prima dell’accesso (stato di readiness)

  • Nomina ruoli: referente interno, backup, portavoce, responsabile documentale.
  • Policy ispezioni: protocollo scritto con flussi e tempi risposta.
  • Mappatura dati: dove stanno libri, registri, PEC, e‑invoices, contratti, conti, log.
  • Deleghe aggiornate e procure; registro visitatori.
  • Data‑room interna per le richieste (cartelline per fase e per tributo).
  • Formazione: brevi moduli “cosa dire/cosa non dire”.
  • Verifiche interne: quadrature IVA, coerenze contabili, riconciliazioni bancarie, contratti chiave.
  • Linea rossa con consulente e legale.

B) Durante l’accesso

  • Identificazione e annotazioni iniziali.
  • Accompagnamento e perimetrazione aree.
  • Registro richieste con scadenze.
  • Consegne solo tracciate e protocollate.
  • Verbale giornaliero: leggere, osservare, riservare.

C) Dopo il PVC / Schema di atto

  • Analisi rilievi: qualificazione giuridica, prove a favore, rischi sanzionatori.
  • Memoria difensiva con allegati, entro i termini.
  • Valutazione deflattivi: ravvedimento (se ammissibile), adesione (ordinaria), adesione al PVC (se integrale), conciliazione (se già in giudizio).
  • Piano finanziario: imposte, sanzioni ridotte, interessi, eventuale rateazione.


Errori comuni da evitare

Vediamo insieme quali sono gli errori più comuni da evitare durante una Verifica Fiscale:

  • Parlare troppo: dichiarazioni informali non ponderate.
  • Consegne non tracciate: documenti “persi” o versioni discordanti.
  • Confusione sui ruoli: rispondono persone senza delega.
  • Ignorare i termini: 60 giorni per osservazioni; termini per adesione/contraddittorio.
  • Non presidiare la privacy: dati personali/HR consegnati senza minimizzazione.
  • Rinviare il coinvolgimento del legale: quando arriva l’atto impositivo è spesso tardi per correggere la rotta.


Documenti da predisporre (versione base)

Ogni verifica è a se e può richiedere documenti specifici/aggiuntivi, ma i documenti base da predisporre sono:

  • Libri e registri obbligatori; liquidazioni IVA; esterometro; mastri; prima nota inventario, documentazione personale dipendente.
  • Fatture elettroniche (XML/PDF), contratti, ordini, Ddt, corrispettivi.
  • Estratti conto e riconciliazioni; cassa; note spese; prima nota cassa.
  • PEC e comunicazioni con clienti/fornitori critici.
  • Policy interne (deleghe, travel & expense, gifts & hospitality, controlli di secondo livello).
  • Log di sistema (accessi, audit trail documentale) quando rilevanti.


Timeline tipica di una verifica (base)

  1. Accesso e avvio operazioni.
  2. Permanenza in sede (fino a 30 giorni lavorativi, prorogabili nei casi complessi).
  3. PVC / Schema di atto.
  4. 60 giorni per osservazioni e per attivare percorsi deflattivi (ove previsti).
  5. Eventuale avviso di accertamento (o archiviazione/definizioni).
  6. Ricorso e/o conciliazione in giudizio, se necessario.


Domande frequenti:

1) È obbligatorio far entrare subito i verificatori?
Se l’accesso è legittimamente autorizzato, sì: va garantita la collaborazione. È però lecito chiedere identificazione, ordine di servizio ed essere accompagnati in aree pertinenti.

2) Posso consultare un legale prima di consegnare documenti?
Sì, puoi farti assistere da un professionista di fiducia e chiedere tempi congrui per reperire materiale; le consegne vanno tracciate.

3) Dopo il PVC quanto tempo ho per difendermi?
In via generale, non c’è un tempo predefinito, la maggiore o minore celerità nella notifica dello schema d’atto dipende dal fatto che l’anno accertato sia in scadenza o meno. Tuttavia se intendo aderire integralmente al PVC devo farlo entro 30 giorni. Per ravvedere la posizione (senza aderire al PVC) ho invece tempo sino a che non viene notificato l’avviso di accertamento vero e proprio. Attenzione però a quando viene notificato lo schema d’atto: in quel caso hai solo 30 giorni per chiedere l’adesione o 60 per accedere agli atti o fare osservazioni difensive

4) Cos’è lo “schema di atto” del contraddittorio?
È una “bozza” dell’atto impositivo: ti consente di presentare deduzioni e/o di chiedere adesione prima della notifica formale dell’avviso di accertamento

5) Meglio aderire o andare in giudizio?
Dipende dalla natura e dell’entità della contestazione, dalla solidità delle prove (a favore o a sfavore), dall’interpretazione della giurisprudenza, dai tempi e dai costi. Una valutazione costi‑benefici con un tributarista è essenziale.

6) Quanto possono restare i verificatori in azienda?
Nelle imprese in contabilità ordinaria 30 giorni lavorativi, prorogabili in casi complessi per ulteriori 30 giorni. Il termine ordinario è ridotto a 15 giorni, prorogabili per ulteriori 15 in non più di un trimestre per le imprese in contabilità semplificata e lavoratori autonomi. Conta sempre la permanenza effettiva in sede.

7) Possono prendere il mio PC o fare copie integrali dei dati?
L’accesso al PC è consentito solo se vi è l’assenso del titolare, e solo se pertinente e con formalità tracciate; qualora non via sia l’assenso, al pari di ogni altro caso in cui sia necessario forzare serrature, aprire borse, plichi o cassaforti è necessaria l’autorizzazione del PM. 

8) Il “ravvedimento” è ancora possibile dopo l’inizio della verifica?
Si, dal 2015 il ravvedimento è impedito solo dalla notifica dell’accertamento.

9) L’ordine di servizio deve essere consegnato?
L’ordine di servizio deve essere consegnato all’inizio della verifica in allegato al verbale delle operazioni compiute il primo giorno. 

10) I 60 giorni dallo schema d’atto per le osservazioni “si sospendono” in agosto?
Il tema è controverso, ma prudenzialmente, non trattandosi di un termine processuale in senso stretto, la risposta dovrebbe essere negativa .

Tuttavia la posizione dell’Agenzia delle Entrate appare essere la seguente: lo schema d’atto non rappresenta un atto impugnabile autonomamente e, pertanto, allo stesso non è possibile applicare la sospensione processuale dal 1.08 al 31.08 prevista dalla L. 742/1969;

– tuttavia, in virtù di quanto previsto dall’art. 37, c. 11-bis D.L. 223/2006, in caso di notifica di uno schema d’atto, per l’invio di documenti richiesti dall’Agenzia il contribuente può beneficiare della sospensione dei termini dal 1.08 al 4.09 (per effetto di quanto sopra, anche se il termine per le osservazioni non si sospende, è comunque riconosciuto un maggior tempo per inviare la documentazione richiesta)

 

Come possiamo aiutarti:

Stai già affrontando una verifica fiscale o vuoi prepararti al meglio per salvaguardare la tua azienda? 

Se riconosci questi scenari e vuoi impostare un approccio metodico e difendibile, noi di BCFM Tax & Legal possiamo aiutarti coni:

  • Pre‑audit verifica: assessment rapido dei rischi prima/durante l’accesso.
  • Gestione “Giorno 0”: supporto on‑site/da remoto e regia della comunicazione.
  • Osservazioni al PVC e istanze deflattive (adesione, ravvedimento ove possibile).
  • Difesa in giudizio: contenzioso tributario e, se del caso, profili penali tributari.
    Contattaci: info@bcfm.legal · +39 02 5656 7295. — Come possiamo aiutarti (BCFM Tax & Legal)
  • Pre‑audit verifica: assessment rapido dei rischi prima/durante l’accesso.
  • Gestione “Giorno 0”: supporto on‑site/da remoto e regia della comunicazione.
  • Osservazioni al PVC e istanze deflattive (adesione, ravvedimento ove possibile).
  • Difesa in giudizio: contenzioso tributario e, se del caso, profili penali tributari.

Contattaci: info@bcfm.legal · +39 02 5656 7295.

Approfondimento operativo — Piano 30/7/1 (prima dell’accesso)

La readiness non si improvvisa: mantenere un livello di preparazione costante riduce intoppi e incrementa la qualità delle prove. Il piano 30/7/1 propone una roadmap pragmatica per arrivare pronti prima che l’accesso si verifichi.

30 giorni prima (readiness continuativa)

  • Audit interno trimestrale su IVA, ritenute, imposte dirette, con riconciliazioni e quadrature.
  • Verifica anagrafiche (clienti/fornitori) e coerenze con blacklist/white‑list; monitoraggio operazioni estere.
  • Controllo fatture elettroniche: presidio errori SdI, esiti di scarto, duplicazioni, mancata consegna.
  • PEC: policy archiviazione e indicizzazione (per numero pratica/fornitore/commessa).
  • Contratti: repository aggiornato (forniture, somministrazioni, agenti, licenze, appalti).
  • Deleghe e procure: allineamento per firma verbali, consegna documenti, poteri di rappresentanza.
  • Formazione micro‑learning 20’/mese per chi accoglie i verificatori (reception, HR, IT, amministrazione).

7 giorni prima (warning interno)

  • Stress test: simulazione richiesta massiva di documenti (ERP → export controllati).
  • Privacy & sicurezza: separazione dati non pertinenti; definizione referenti IT per estrazioni.
  • Comunicazione: messaggio interno “cosa dire/cosa non dire”, canale dedicato (Teams/Slack) con legale/consulente.

1 giorno prima (pronto intervento)

  • Cartellina “Giorno 0”: modelli (registro richieste, lettera trasmissione, verbale interno), contatti rapidi, check spazio dedicato.
  • Allineamento management: ruoli, tempi risposta, decision tree (quando attivare il legale, quando chiedere chiarimenti scritti).


Governance: ruoli e responsabilità in verifica

Una buona difesa nasce anche da una chiara attribuzione di ruoli: sapere chi decide, chi produce documenti e chi interloquisce con i verificatori evita frizioni e perdite di tempo. La seguente governance essenziale è un modello da adattare.

  • Referente verifica (CFO/Tax Manager): interfaccia unica; decide priorità; approva consegne.
  • Document controller: protocolla richieste/consegne; mantiene data‑room; presidia versioni.
  • IT/Data officer: estrae log, report, copie forensi; verifica integrità e hash quando necessario.
  • HR/Legal liaison: tutela dati personali, segreto professionale e documenti sensibili.
  • Avvocato tributarista: strategia difensiva, osservazioni, istanze, negoziazione deflattivi.


Privacy, segreti e perimetro di pertinenza

Collaborare non significa consegnare dati eccedenti o rinunciare alla tutela di segreti industriali e professionali. Questa sezione riassume i principi operativi per la minimizzazione, l’omissis e la tracciabilità dei dati consegnati.

  • Consegnare solo quanto pertinente allo scopo della verifica; oscurare dati eccedenti (es. dati personali non rilevanti).
  • Proteggere segreti industriali/professionali: usare versioni omissate ove ammissibile e verbalizzare le ragioni.
  • Per email e chat: fornire estratti mirati e indicizzare gli allegati consegnati.


Esempio operativo (caso studio anonimizzato)

Un caso reale (opportunamente anonimizzato) aiuta a tradurre metodo e scelte in risultati concreti. Lo scenario seguente illustra come si può intervenire in modo strutturato, dal Giorno 0 alla definizione.

Scenario: verifica IVA 2019‑2021 in azienda retail con 40 punti vendita.
Rilievi: omessa corretta registrazione dei corrispettivi, alcuni storni non tracciati, differenze inventariali.
Azioni:

  1. Giorno 0: perimetrazione, registro richieste, nomina document controller.
  2. Entro 10 gg: produzione estrazioni POS/ERP, riconciliazioni e report inventariali, note metodologiche.
  3. Dopo PVC: memoria con prospetti riconciliazione e test di campionamento; proposta di definizione per partite minori + difesa sul rilievo principale (errore metodologico).
  4. Esito: riduzione 65% rilievi; definizione delle residue irregolarità con strumento deflattivo.


Glossario minimo

Per orientarti nel lessico del procedimento, ecco un glossario sintetico dei termini tecnici ricorrenti che compaiono nell’articolo.

    • Accesso: ingresso dei verificatori nei locali dell’impresa, con avvio delle operazioni.
    • Ispezione: esame di luoghi/cose/documenti.
    • Verifica: insieme di attività istruttorie.
  • Processo verbale di verifica: Diario delle operazioni giornaliere 
  • PVC: processo verbale di constatazione (chiusura fase istruttoria)
  • Schema di atto: bozza dell’atto impositivo in contraddittorio preventivo.
  • Adesione: accordo su contenuti dell’accertamento.
  • Conciliazione: accordo in giudizio con omologa del giudice.

Conclusione

Affrontare una verifica fiscale non è un episodio isolato ma un percorso: si prepara prima, si governa durante, si capitalizza dopo. La differenza la fa la capacità di coniugare collaborazione e consapevolezza: accoglienza ordinata, richieste tracciate, perimetro di pertinenza, tutela di privacy e segreti professionali. Il Protocollo “Giorno 0”, la definizione dei ruoli e un flusso documentale coerente sono gli argini che impediscono a un controllo di trasformarsi in una crisi.

Sul piano giuridico-procedurale, il tempo è un asset. La finestra dei 60 giorni dopo il PVC o lo schema di atto serve per fare vero contraddittorio: leggere i rilievi, reperire e organizzare le prove, impostare memorie solide e – se conviene – attivare gli strumenti deflattivi. Non ogni battaglia merita un processo: tra ravvedimento operoso, adesione (anche ai contenuti del PVC) e conciliazione giudiziale esistono vie di uscita che riducono sanzioni, tempi e incertezza, quando i numeri e la prova lo giustificano.

La strategia non è mai “taglia unica”. Occorre valutare caso per caso probabilità di successo, costi complessivi, impatti su cash-flow e reputazione, tenendo insieme profili fiscali e, se emergono, riflessi penali tributari. In questo senso, il coinvolgimento tempestivo di un avvocato tributarista non è un orpello: è lo strumento che consente di prevenire vizi, presidiare le forme e scegliere con lucidità tra difesa, definizione o ricorso.

Se l’impresa mette a sistema readiness, governance e tracciabilità, la verifica diventa anche un’occasione per rafforzare controlli interni e qualità dei dati. Prepararsi oggi significa risparmiare domani: in sanzioni, in tempo e in energia manageriale. La verifica fiscale ben gestita non è solo “resistere”: è saper decidere – con metodo – nell’interesse concreto dell’azienda.

Parla con BCFM Tax & Legal prima che arrivi l’atto, o per affrontarlo al meglio

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Disclaimer

Contenuti informativi, non sostitutivi di consulenza professionale. Verificare sempre aggiornamenti normativi e prassi prima di ogni scelta operativa. Per casi specifici, è opportuno un confronto con un avvocato tributarista.