La Frode Carosello spiegata semplice: chi ci guadagna e chi ci rimette

La frode carosello non è un trucco da film: è un meccanismo concreto che sfrutta le regole dell’IVA intra‑UE per creare margini “magici” e scompaginare la concorrenza. In questa guida chiara e operativa spieghiamo come funziona il carosello, chi sono gli attori (fornitore UE, missing trader/cartiera, interposti, rivenditori finali), perché arrivano offerte a prezzi troppo bassi, quali rischi corrono anche le imprese inconsapevoli, e come prevenire e difendersi. Troverai una mappa delle norme e della giurisprudenza di riferimento, un glossario minimo, checklist spiegate, segnali d’allarme, un protocollo “Giorno 0” in caso di accesso e due case study esemplificativi. Chiusura con Conclusione e CTA.

 

1) Cos’è la frode carosello (in parole semplici)

Per capire il carosello serve sgombrare il campo dai tecnicismi. L’IVA è un’impresa neutra per chi compra e rivende: la paga il consumatore finale, mentre gli operatori economici la versano ma anche la detraggono. Nelle cessioni intra‑UE, la vendita da uno Stato membro all’altro è non imponibile nel Paese di partenza e tassata nel Paese di arrivo. Questa “asimmetria” è sana quando chi compra versa regolarmente l’IVA; diventa frode quando un soggetto intermedio incassa l’IVA ma non la versa, innescando una catena di passaggi che gonfia margini “a sbafo” e droga i prezzi.

Idea chiave: la frode carosello sposta l’IVA dal Fisco alle tasche di chi organizza la catena, creando uno sconto competitivo che i concorrenti onesti non possono seguire senza perdite.


2) “Attori” e ruoli: chi fa cosa in un carosello

Prima delle liste, fissiamo il contesto: i caroselli non sono tutti uguali. Cambia il settore (elettronica, carburanti, auto, metalli, alimentari), cambiano i Paesi coinvolti, cambiano i “nomi” delle società. Restano però ruoli ricorrenti che aiutano a leggere le dinamiche.

Fornitore iniziale (spesso estero UE)
Di solito un operatore genuino che vende senza IVA a un soggetto identificato in un altro Stato membro. Non è necessariamente “complice”: spesso ignora ciò che accadrà dopo.

Missing trader / cartiera (anello decisivo)
È la società‑fantasma che compra in regime intra‑UE e rivende con IVA sul mercato interno senza versarla. Vive poco, cambia sede, sparisce al primo controllo. È l’“inverter” che trasforma l’IVA incassata in margine illecito.

Buffer / interposti
Società di passaggio che moltiplicano le transazioni per “lavare” la catena. Possono essere inconsapevoli o compiacenti. Servono a complicare i controlli, a costruire apparentemente normalità (contratti, DDT, e‑mail).

Broker / rivenditore finale
L’operatore che porta il prodotto al mercato legittimo (grossista, e‑commerce, retailer). Se consapevole, massimizza il vantaggio prezzo. Se inconsapevole, rischia lo stesso recuperi IVA e sanzioni amministrative, e nei casi peggiori profili penali.


3) Due varianti ricorrenti: circuito chiuso e circuito aperto

È utile introdurre un po’ di terminologia, ma con calma. Per “circuito chiuso” si intende una catena che torna al punto di partenza (gli stessi beni rientrano al primo operatore, magari con documenti diversi), così da “riciclare” la stessa merce più volte. Nel “circuito aperto”, invece, la merce entra nell’economia reale: scompare il missing trader, ma restano i margini ottenuti “finanziando” lo sconto con l’IVA non versata.

Perché serve distinguerli
Il circuito chiuso tende a essere più fragile: se si intercetta il ritorno della stessa merce con documenti diversi, la frode si smonta. Il circuito aperto è più insidioso perché inquina davvero il mercato, danneggiando chi rispetta le regole e creando vantaggi competitivi illeciti difficili da neutralizzare.


4) Perché arrivano offerte a prezzi impossibili

Prima dell’elenco, una domanda che tutti si fanno: “Com’è possibile uno sconto del 10–20% rispetto a un concorrente serio, a parità di prodotto?” La risposta, spesso, è semplice: lo sconto è finanziato dall’IVA non versata dal missing trader. Se su 100 di prezzo l’IVA è 22, chi la incassa e non la versa può “regalare” fino a una parte consistente di quei 22 per chiudere le vendite e guadagnarci comunque.

Effetti collaterali

  • Dumping: i concorrenti onesti perdono quote, margini e fiducia dei clienti.
  • Corsa al ribasso: si innescano guerre di prezzo che comprimono tutta la filiera.
  • Distorsione fiscale: le casse pubbliche perdono gettito, con effetti a catena su servizi e pressione fiscale.


5) Chi ci guadagna e chi ci rimette

Non serve essere giuristi per capire le conseguenze. È utile però ragionare con calma sui vincitori e perdenti di un carosello.

Vincitori (nel breve)

  • Gli organizzatori: il missing trader e chi ne muove i fili, che incassano IVA “gratis” e lasciano debiti al nulla.
  • I complici consapevoli: rivenditori che cavalcano lo sconto sapendo (o dovendo sapere) l’origine illecita.

Perdenti (subito e nel medio)

  • Le imprese oneste: perdono gare e clienti.
  • I clienti finali: percepiscono prezzi ballerini e, a volte, prodotti senza garanzie serene.
  • Lo Stato: perde gettito e deve rincorrere con controlli e contenziosi.
  • Gli inconsapevoli nella catena: rischiano dinieghi di detrazione, accertamenti e sanzioni pur senza dolo.


6) Cosa rischia chi compra “in buona fede”

Prima della lista, un chiarimento importante: in UE la detrazione IVA è un diritto fondamentale, ma può essere negata se l’impresa sapeva o avrebbe dovuto sapere di partecipare a una frode. Questo criterio – spesso riassunto come “should have known” – impone diligenza: non indagini da investigatori, ma i controlli ragionevoli che un operatore serio può (e deve) fare.

Implicazioni pratiche
Se compri a prezzi anomali da un fornitore con struttura evanescente, paghi su conti non coerenti, non tracci merce/documenti, o ignori red flag vistose, rischi che l’IVA ti venga negata e che ti contestino operazioni soggettivamente inesistenti. La difesa inizia prima dell’acquisto, con protocolli KYC e tracciabilità pensati bene.


7) Glossario minimo (senza tecnicismi inutili)

Prima di passare alle parti operative, fissiamo quattro parole chiave.

  • Missing trader / cartiera: società che compra in intra‑UE e rivende con IVA senza versarla; spesso usa prestanomi e sparisce presto.
  • Operazioni soggettivamente inesistenti: transazioni reali nella merce, ma false nella soggettività di chi vende (il fornitore vero non è quello in fattura).
  • Operazioni oggettivamente inesistenti: transazioni fittizie nella merce (beni mai esistiti o mai consegnati).
  • Should have known: criterio UE per negare la detrazione se l’impresa avrebbe dovuto sapere che stava dentro una frode.


8) Come funziona un carosello, passo per passo (schema con parole semplici)

Prima di elencare i passaggi, anticipiamo l’idea: la catena non è sempre lineare, ma il cuore è sempre lo stesso – non versare l’IVA incassata e finanziare così lo sconto.

Passaggi tipici

  1. Fornitore UE vende senza IVA a Società A (Italia).
  2. A rivende con IVA a B (Italia) ma non versa l’imposta (A è la cartiera).
  3. B rivende a C (Italia) o al mercato; grazie allo sconto praticato da A, B fa margini anormali.
  4. A sparisce (fallisce, cambia sede, non presenta dichiarazioni).
  5. L’Agenzia ricostruisce la catena e contesta al cessionario (B o C) la detrazione se sapeva/doveva sapere della frode.


Varianti

  • Circuito chiuso: dopo alcuni passaggi, i beni tornano al fornitore iniziale con nuove fatture, ricominciando il giro.
  • Interposti multipli: si aggiungono buffer per “normalizzare” i flussi documentali e confondere i controlli.
  • Canali online: e‑commerce e marketplace riducono contatti fisici e aumentano l’opacità.


9) Segnali d’allarme (red flag) da non ignorare

Ogni elenco va introdotto per evitare letture meccaniche. Quelli che seguono sono segnali: uno da solo può non significare nulla; più segnali insieme meritano verifica.

Prezzi e condizioni

  • Sconti stabilmente sopra la norma, senza giustificazioni credibili (overstock, fine serie, difetti).
  • Pagamenti atipici (contanti, bonifici verso conti esteri non coerenti, IBAN che cambia di colpo).
  • Termini consegna e rischi logistici non chiari.


Struttura del fornitore

  • Sede virtuale, nessun ufficio visitabile, zero personale.
  • Storia societaria brevissima; amministratori prestanome; settore non coerente.
  • Incoerenza tra volumi proposti e mezzi disponibili.


Documentazione e tracciabilità

  • Contratti generici, senza condizioni; DDT/CMR mancanti o poco dettagliati.
  • Corrispondenza frammentaria (solo messaggi informali) e assenza di ordini formali.
  • POD (proof of delivery) non disponibili o incongruenti.


Relazioni e abitudini

  • Fornitore che insiste per accelerare con pagamenti anomali.
  • Proposta di interposti “amici” per semplificare.
  • Rifiuto di visite o richieste di documenti di base.


10) Prevenzione: i controlli “ragionevoli” che proteggono davvero

Prima di ogni checklist, ricordiamo il principio: non ti si chiede di fare l’investigatore, ma di adottare controlli ragionevoli e documentati. Il loro scopo è duplice: evitare la frode e, se capita, difenderti.

Controlli da fare (con perché)

  • Verifica VIES e visure: assicurati che il partner sia identificato correttamente, attivo e coerente per oggetto sociale e storia. Questo non basta da solo, ma è la base.
  • Congruità economica: confronta prezzi e margini; se sono molto favorevoli, spiegali con fonti (listini, stock, perizie).
  • Tracciabilità logistica: pretendi contratti, DDT/CMR, POD; conserva tracking corrieri e report magazzino.
  • Pagamenti tracciati: usa bonifici ordinari su IBAN coerenti; evita contanti e triangolazioni.
  • Corrispondenza ufficiale: e‑mail/PEC, ordini, verbali; evita chat personali per fasi critiche.
  • Reazione tempestiva: se emergono anomalie, sospendi e segnala; un comportamento reattivo rafforza la buona fede.


11) Difesa: come impostare il fascicolo “buona fede e diligenza”

La difesa non nasce in tribunale: nasce prima, con un fascicolo pronto. Questa sezione spiega cosa include e perché.

Perché serve
In verifica/accertamento, il tempo è poco e le parole contano. Un fascicolo già organizzato (documenti, timeline, note) ti permette di rispondere con precisione e credibilità.

Indice consigliato (con spiegazioni)

  • Anagrafica fornitore: VIES, visure, contatti verificati, referenze. Mostra che hai qualificato il partner.
  • Congruità: benchmark e motivazioni di eventuali sconti anomali. Dimostra che il prezzo non è “magia” ma spiegabile.
  • Logistica: contratti, DDT/CMR, POD, inventari. Collega merce e fatture.
  • Pagamenti: estratti, IBAN coerenti, assenza di contanti. La traccia finanziaria fa la differenza.
  • Corrispondenza: richieste, preventivi, verbali, reclami; racconta una relazione normale.
  • Reazione: e‑mail/lettere di sospensione, audit interni, segnalazioni alle autorità; prova la tua collaborazione.


12) Norme e giurisprudenza che devi conoscere (senza diventare giurista)

Non basta citare “la legge”: serve capire cosa cambia nella pratica.

Diritto UE — detrazione e “should have known”
Il diritto alla detrazione IVA è principio cardine. Può essere negato se il soggetto sapeva o doveva sapere di partecipare a una frode: per questo contano diligenza e tracciabilità. Il messaggio operativo è: costruisci prove di comportamento ragionevole.

Italia — reati tributari e accertamento
In presenza di frodi complesse entrano in gioco diverse norme penali tributarie (es. dichiarazione fraudolenta, emissione/uso di fatture per operazioni inesistenti). Non serve memorizzare gli articoli: bisogna sapere che esistono profili penali e che le scelte documentali e processuali vanno coordinate con il legale.

Processo tributario
Le decisioni penali possono influire ma non comandano automaticamente l’esito fiscale: la tua difesa deve stare in piedi anche con la prova documentale propria.


13) Esempi numerici: da dove nasce lo “sconto”

Prima dei conti, una premessa: l’obiettivo non è insegnare a frodare, ma spiegare perché lo sconto è sospetto.

Scenario base

  • Prezzo bene: 100
  • IVA 22%: 22
  • Se il missing trader non versa i 22, può “cedere” parte di quel vantaggio a valle: ad esempio uno sconto di 10–15, mantenendo 7–12 come margine illecito. Chi compete onestamente non può reggere.


14) Case study n. 1 — Elettronica di consumo (circuito aperto)

Gli esempi aiutano a trasformare regole astratte in decisioni concrete.

Scenario
Grossista italiano riceve offerte su smartphone con sconti 15% rispetto al mercato; fornitore con sede virtuale, amministratore prestanome, pagamenti su IBAN estero appena aperto.

Segnali
Prezzi anomali, richieste di pagamenti rapidi, DDT scarsi. Nessuna prova logistica chiara.

Azione
Il grossista richiede contratti, DDT/CMR, POD, prova magazzino; propone pagamenti su IBAN coerente. Il fornitore sparisce.

Esito: frode verosimile evitata; nessuna esposizione.


15) Case study n. 2 — Automotive usato (circuito chiuso)

Scenario
Rivenditore auto riceve lotti con sconto 12% sotto valore. Dopo alcuni mesi emergono incongruenze tra targhe, date e documenti.

Segnali
Cambio repentino di fornitore, buffer intermedi, POD inconsistenti.

Azione
Audit su consegne, verifica VIES, richiesta contratti e POD; sospensione pagamenti.

Esito: la merce è “rientrata” al primo fornitore con altra fattura. Carosello chiuso identificato, contenzioso prevenuto.


16) Protocollo “Giorno 0” in caso di accesso/verifica

In un accesso fiscale la differenza la fanno i primi minuti. L’obiettivo è restare collaborativi ma professionali.

Questo protocollo serve a governare le attività, proteggere i diritti e alzare la qualità dei verbali.

Passi chiave (spiegati)

  • Chiedi trasparenza: motivi dell’accesso, identità/funzione dei verificatori, ufficio di appartenenza; richiedi copia dell’ordine di servizio.
  • Perimetra gli spazi e assegna una stanza ai verificatori.
  • Nomina un portavoce e coinvolgi il legale; limita dichiarazioni spontanee.
  • Traccia richieste e consegne con lettere e elenchi.
  • Leggi i verbali prima di firmare; inserisci osservazioni/riserve quando serve.


17) Checklist operativa — Cosa fare prima, durante e dopo

Le liste funzionano solo se contestualizzate. Questa è una traccia da adattare a settore e dimensione aziendale.

Prima (prevenzione)

  • Crea un registro fornitori con VIES, visure e referenze.
  • Definisci criteri di congruità prezzi/margini.
  • Imposta contratti tipo con clausole su documentazione e tracciabilità.
  • Predisponi canali ufficiali per ordini e corrispondenza.


Durante (operatività)

  • Verifica DDT/CMR e POD ad ogni consegna.
  • Usa IBAN coerenti e pagamenti tracciati.
  • Archivia in tempo reale le evidenze.


Dopo (monitoraggio)

  • Rivedi periodicamente i fornitori e aggiorna il registro.
  • Conduci audit a campione su logistica e prezzi.
  • Reagisci subito a red flag: sospendi, verifica, segnala.
     

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18) Errori comuni da evitare (anche se in buona fede)

Un capitolo “negativo” è utile per evitare trappole ricorrenti.

Gli errori che seguono non implicano dolo, ma indeboliscono la difesa e ti espongono a rischi inutili.

Errori tipici

  • Scambiare la regolarità formale per prova di effettività.
  • Sottovalutare prezzi anomali.
  • Consegnare tutto e subito in verifica, senza pertinenza.
  • Non fare note interne quando emergono dubbi.
  • Trattare la logistica come dettaglio secondario.


19) Q&A — Le domande più frequenti (2025–2026)

Chiudiamo con risposte pratiche ai dubbi che vediamo più spesso.

1) Se la merce è reale e consegnata, posso stare tranquillo?
No. La merce può essere reale ma il fornitore non essere quello vero (operazione soggettivamente inesistente). Serve prova della catena e della diligenza.

2) Bastano VIES e visure per la buona fede?
Sono necessari ma non sufficienti: servono anche congruità, tracciabilità e una corrispondenza normale.

3) Se pago tutto con bonifico, sono al sicuro?
I pagamenti tracciati aiutano ma non bastano: guarda l’insieme dei segnali.

4) Cos’è una cartiera “professionale”?
Una struttura che mima l’operatività con documenti curati e buffer studiati: per questo servono standard e audit.

5) Se scopro anomalie a valle, cosa faccio?
Sospendi forniture/pagamenti, documenta e segnala; aggiorna i protocolli interni.


20) Conclusione — Capire per scegliere (e proteggersi)

La frode carosello non si batte con slogan, ma con comprensione e disciplina. Capire come funziona ti permette di riconoscere offerte sospette, costruire presidi semplici ma efficaci e, se necessario, difenderti con un fascicolo solido. Ricorda: non devi fare l’investigatore; devi solo comportarti come un operatore accorto. Se qualcosa sembra troppo conveniente, probabilmente lo è: fermati, verifica e documenta.


Come possiamo aiutarti (BCFM Tax & Legal)

Se sospetti di essere finito (anche inconsapevolmente) in una catena a rischio o vuoi impostare protocolli anti‑carosello, il team BCFM Tax & Legal può aiutarti con:

  • Due diligence partner e setup dei controlli ragionevoli.
  • Fascicolo “buona fede e diligenza” pronto per verifica/giudizio.
  • Gestione verifica (dal giorno 0 al contraddittorio) e contenzioso.

 

Contatti: 📩 info@bcfm.legal · ☎️ +39 02 5656 7295 (o box di contatto)


Disclaimer
Questo contenuto ha finalità informative e non sostituisce una consulenza professionale sul caso concreto. Norme, prassi e giurisprudenza possono aggiornarsi: verifica sempre l’allineamento al periodo di riferimento.